«Blue Whale» a Bergamo
Segnalati 4 casi sospetti
Nemmeno Bergamo sembra esente dal fenomeno «Blue Whale», il rituale già ribattezzato «gioco dell’orrore» e le cui cinquanta regole – dettate via internet da un fantomatico «curatore» – porterebbero la vittima, minorenne, fino all’atto estremo del togliersi la vita. Attualmente la procura dei minori di Brescia, che ha competenza anche per la Bergamasca, ha sotto esame 4 casi «sospetti» riguardanti proprio Bergamo e provincia. Ma nei giorni precedenti, dopo che la «Balena blu» è diventata di dominio pubblico per un servizio delle Iene su Italia 1, le segnalazioni erano state continue: almeno una decina gli episodi bergamaschi portati all’attenzione della procura minorile e che si sono poi rivelati, per semplificare, «falsi allarmi».
«In realtà, benché non fossero per fortuna legati al fenomeno Blue Whale, questi casi non vanno comunque sottovalutati perché nascondono delle situazioni di fragilità e sofferenza da parte di questi ragazzi, che vanno affrontate», spiega Emma Avezzù, a capo della procura dei minori di Brescia. Che intima: «Non si deve abbassare l’attenzione». Se una decina di casi non erano collegabili al drammatico – e a tratti ancora poco chiaro – fenomeno del «Blue Whale», quattro stanno meritando, giusto in queste ore, un’attenzione particolare, perché potrebbero invece riservare riscontri o collegamenti con il pericoloso rituale diffuso sulla Rete. Per questo la procura dei minori ha avviato i relativi accertamenti, anche con il supporto della polizia postale (che ha competenza per le indagini e i potenziali reati che avvengono on line) e in stretta sinergia con la procura territoriale di Bergamo, competente qualora emergessero ipotesi di reato – per il momento, per fortuna, non ancora – quali, in questi casi, lo stalking o l’istigazione al suicidio.