Gli strumenti di difesa degli adolescenti, contro l’appiattimento delle relazioni interpersonali

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La dipendenza dalla Rete, dai videogiochi, dai social network è un fenomeno in continua crescita, in particolare tra gli adolescenti, con conseguenze pericolose, specialmente a livello di capacità di sviluppare relazioni sociali sane.

Circa 15 anni fa, in Giappone si iniziava a parlare dei cosiddetti hikikomori, gli adolescenti che vivevano come dei reclusi in casa, chiusi nelle loro stanze, attaccati al computer e vivendo essenzialmente una vita virtuale. Il fenomeno  che ci sembrava così lontano, anche se oggi con modalità diverse, colpisce anche molti ragazzi europei, che preferiscono coltivare le proprie amicizie su Facebook, crearsi dei loro personaggi alternativi, i cosiddetti “avatar” nei video giochi, o nei social media in generale. 

Se da una parte l’appeal di questi strumenti digitali consiste nella possibilità di creare un’immagine di sé completamente controllata e positiva, dall’altra, in casi estremi, queste nuove forme di interrelazione finiscono con l’inibire il contatto umano, interpersonale.

Il prof. Alessandro Meluzzi, ci indica tre consigli per aiutare i ragazzi a non diventare dipendenti dal computer o dai giochi elettronici e invitando a soprattutto vivere una vita reale, sana:

  • Innanzitutto, ricordare l’importanza di costruire attorno ai ragazzi un ambiente di relazioni e di contatti vivo: a partire dalla scuola, ma che vada oltre la scuola, in modo da stimolare la socializzazione. L’oratorio resta un modello insuperato di costruzione di una comunità. E’, quindi importante stimolare il rapporto con gli altri, in ambienti sani.
  • Vigilare sui propri figli. Significa che se un ragazzo è silenzioso, non pone troppe domande, non è detto che lo faccia perchè stia bene: il silenzio non è sempre sinonimo di benessere. Prendere coscienza del possibile stato di “anestesia”, in cui si possono trovare gli adolescenti, per intervenire.
  • Cercare di comprendere gli interessi e il linguaggio dei giovani: non perdere il contatto con il loro “linguaggio”. Può capitare che ci sia una forte sfasatura linguistico-tecnologica tra le due generazioni. Un modo per non perdere tale contatto è sforzarsi di vivere e comprendere cosa siano i social network, il web e le tecnologie in cui i giovani sono immersi e di cui nutrono il proprio linguaggio relazionale.