100 episodi di spaccio anche a scuola

Già pusher professionista a 17 anni 100 episodi di spaccio anche a scuola

 

Si tratta di un minorenne di Romano di Lombardia che operava anche in trasferta a Desenzano del Garda, dove è stato fermato dalla Polizia e affidato a una comunità.

Cento episodi di spaccio accertati dalla Polizia. Non solo nella scuola che frequenta a Desenzano, ma anche nel paese in cui vive in provincia di Bergamo, a Romano di Lombardia, e in un parco di Cortenova, sempre in terra Orobica. È per questo che, dopo una serrata indagine del Commissariato di Desenzano, uno studente 17enne è stato raggiunto da una ordinanza cautelare emessa dal Tribunale per i minorenni e ora si trova in una comunità.

Secondo i poliziotti il ragazzo smerciava hashish e mariujana ai suoi coetanei e anche a ragazzi più giovani che gli pagavano le dosi prima dell’inizio delle lezioni oppure nei pressi delle fermate degli autobus o della stazione ferroviaria. Il tutto avveniva secondo la Polizia con una serie di metodi e strategie da pusher professionista, con «un’organizzazione sistematica nel tempo». Ora le indagini proseguono per capire da chi provenisse lo stupefacente venduto nei pressi della scuola e se ci siano altre persone coinvolte nel traffico. Complessivamente, sono una quindicina i minorenni segnalati alla Prefettura come assuntori di stupefacenti.

«Blue Whale»

«Blue Whale» a Bergamo Segnalati 4 casi sospetti

«Blue Whale» a Bergamo
Segnalati 4 casi sospetti

Scuole e genitori si sono rivolti alla Procura minorile di Brescia, molti i casi segnalati, quasi tutti falsi allarmi ma quattro sarebbero «sotto attenzione particolare».

Nemmeno Bergamo sembra esente dal fenomeno «Blue Whale», il rituale già ribattezzato «gioco dell’orrore» e le cui cinquanta regole – dettate via internet da un fantomatico «curatore» – porterebbero la vittima, minorenne, fino all’atto estremo del togliersi la vita. Attualmente la procura dei minori di Brescia, che ha competenza anche per la Bergamasca, ha sotto esame 4 casi «sospetti» riguardanti proprio Bergamo e provincia. Ma nei giorni precedenti, dopo che la «Balena blu» è diventata di dominio pubblico per un servizio delle Iene su Italia 1, le segnalazioni erano state continue: almeno una decina gli episodi bergamaschi portati all’attenzione della procura minorile e che si sono poi rivelati, per semplificare, «falsi allarmi».

«In realtà, benché non fossero per fortuna legati al fenomeno Blue Whale, questi casi non vanno comunque sottovalutati perché nascondono delle situazioni di fragilità e sofferenza da parte di questi ragazzi, che vanno affrontate», spiega Emma Avezzù, a capo della procura dei minori di Brescia. Che intima: «Non si deve abbassare l’attenzione». Se una decina di casi non erano collegabili al drammatico – e a tratti ancora poco chiaro – fenomeno del «Blue Whale», quattro stanno meritando, giusto in queste ore, un’attenzione particolare, perché potrebbero invece riservare riscontri o collegamenti con il pericoloso rituale diffuso sulla Rete. Per questo la procura dei minori ha avviato i relativi accertamenti, anche con il supporto della polizia postale (che ha competenza per le indagini e i potenziali reati che avvengono on line) e in stretta sinergia con la procura territoriale di Bergamo, competente qualora emergessero ipotesi di reato – per il momento, per fortuna, non ancora – quali, in questi casi, lo stalking o l’istigazione al suicidio.